di Gian Filippo Pizzo
Quest'anno ricorrono dieci anni dalla scomparsa di Luce d'Eramo, e visto che oltretutto il tema si attaglia perfettamente a quello di questo numero di IF, ho pensato di ricordarla riproponendo un articolo che scrissi subito dopo l'Italcon del 1994.
Avevo conosciuto questa Signora dall'aspetto fragile ma dalla personalità forte e decisa all'Italcon del 1986, tenutasi a Montepulciano, una convention che è passata alla storia della fantascienza in Italia per l'attacco livoroso e ingiustificato di Alberto Moravia (presente assieme ad altre personalità del suo entourage: Dario Bellezza, Alain Elkann e, appunto, la D'Eramo) alla fantascienza e specialmente proprio a lei, colpevole di essere scivolata verso la fantascienza con il suo romanzo (peraltro denso e bellissimo) Partiranno, appena pubblicato. Moravia brandiva il suo bastone e sembrava sul punto di volerla addirittura colpire, biascicando improperi, ma lei seppe tenergli testa con fermezza e dignità, rivendicando i valori della sua scelta artistica (e ricordo ancora Vittorio Catani uscire imbestialito dalla sala e rifiutarsi di ritirare il premio assegnatogli, mormorando «qui ci stanno prendendo in giro»). La personalità di Luce d'Eramo mi colpì molto e fui contentissimo di rivederla alle Italcon del 1992 e del 1994, entrambe a Courmayeur: facemmo quasi amicizia e per qualche tempo siamo stati in contatto. Nel 1994 lei presentò una relazione dalla quale ricavò un articolo poi apparso sull'Unità, io invece ne feci una sintesi che pubblicai su "Il Giornale dei Misteri" e le feci avere una copia: conservo ancora la cartolina che mi scrisse dopo averlo ricevuto: «Grazie dal fondo del cuore per il suo bellissimo "Essere alieni" che ha anche dato volume al mio intervento a Courmayeur, inserendolo articolatamente in un discorso sulla science fiction coi richiami pertinenti (e per me lusinghieri) a diverse opere di questa straordinaria letteratura. Grazie. E' stata proprio una bella sorpresa per me leggere il Suo testo così ricco di spunti».
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